Per l’infortunio al lavoratore condannati l’ad e la società ex “231” perché tollerano prassi pericolose

Risponde anche l’amministratore in carica da un mese: reato aggravato dalla violazione delle norme per le carenze organizzative. Ente responsabile in quanto si giova di procedure più snelle e rapide
LUNEDI’ 02 DICEMBRE 2019 – CASSAZIONE.NET

Condannati i vertici e la società dopo l’infortunio al dipendente perché tollerano prassi pericolose nelle lavorazioni. Gli amministratori delegati succedutisi nella carica rispondono per lesione colposa aggravata dalla violazione delle norme antinfortunistiche: senza le carenze organizzative a livello generale il sinistro non si sarebbe vericato; a carico dell’ente, poi, scatta la responsabilità amministrativa ex dlgs 231/01 laddove non risulta adottato un modello organizzativo per prevenire il rischio specico, anzi l’azienda si avvantaggia del ciclo produttivo più snello e rapido a spese della
sicurezza dei lavoratori. È quanto emerge dalla sentenza 48779/19, pubblicata il 2 dicembre dalla quarta sezione penale della Cassazione.
Giudizio controfattuale
Diventano denitive la sanzioni initte a entrambi gli amministratori delegati che si sono succeduti al timone della spa. Quando l’incidente si verica, il secondo ha assunto la carica da circa un mese, che tuttavia è un tempo suciente per assumere un’adeguata consapevolezza della situazione aziendale. La colpevolezza è aermata sulla base del giudizio controfattuale: il dipendente non si sarebbe infortunato alla mano se fosse stata adottata la corretta procedura della cannottatura, invece che consentire agli operai di insuare aria compressa, una prassi più rischiosa ma che permette di evitare la saldatura. E dunque i due ad rispondono non perché inadempienti all’obbligo di vigilanza e sorveglianza rispetto a istruzioni già impartite, ma per non aver impedito scorrette modalità di produzione: è escluso che l’infortunio si verichi per un’iniziativa estemporanea e imprevedibile del lavoratore.
Mancata formazione
Idem vale per il reato ex articolo 25 septies del decreto legislativo 231/01 contestato alla spa in relazione al delitto ex articolo 590 Cp. La responsabilità amministrativa dell’ente si congura se la condotta colposa degli amministratori è compiuta nell’interesse della società o produce un vantaggio a favore della compagine. E non c’è dubbio che la prassi pericolosa avallata da tempo in azienda porti a un risparmio di spesa, anche rispetto alla mancata formazione e informazione dei dipendenti sulla procedura corretta della cannottatura. Non resta che pagare le spese processuali.
Dario Ferrara

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